Il Mio Canale
Il Mio Canale
Presentazione LA VIA DEL NADA YOGA con Stefano Manfrin
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mini video nada yoga
Nada Yoga mini video english
Nada Yoga:
la Scienza e l'Arte della
musicoevoluzione
Nada Yoga Vidyalaya
a Monza 2018-19
Ecco le date rimanenti del corso di un anno di formazione di Nada Yoga e studio dell'harmonium a Monza :
28/29 Settembre 2019, 10° incontro, le 12 qualità divine 1^
26/27 Ottobre 2019, 11° incontro, le 12 qualità divine 2^
9/10 Novembre 2019, 12° incontro, le 12 qualità divine 3^
Clicca qui sotto per vedere
dove ci troveremo a Monza
Nada Yoga Vidyalaya
(école de formation de
"Nada Yoga"
avec l'harmonium )
"Om Sweet Om Studio"
Paris(Francia) 2019/2020
Puisque les gens me demandaient quand
il était possible de refaire l'école de
formation du Nada Yoga
(Nada Yoga Vidyalaya)
à Paris, et comme il m'est très difficile
de trouver 12 week-ends pour
aller et venir à Paris, j'ai décidé
de diviser l'école en 4 modules.
Les deux premiers modules
(première partie de l'école) :
Premier Modul de 5 jours
(28 mercredi-29 jeudi-
30 vendredi-31 samedi août
et 1er septembre dimanche 2019.
Enseignements de base et avancés)
et le second Modul de six jours :
23-24-25 Nov (sam-dim-lun)
& 30 Nov-1-2 Dic (sam-dim-lun)
les alankaras, les gheetas et
le Dasha Parami
(avec utilisation de l'harmonium)
Les deux autres modules
(que est la deuxième partie de l'école) :
- Modul 3, de six jours Avril 2020 :
week-end 11-12 (sam-dim) & lun 13 avril
(heures normales, comme d'habitude)
& 18-19 (sam-dim) & lundi 20 avril
(9 to 11:15 AM and 2.15 to 6 PM) 2020
(Le cœur du nada yoga, science et art
de la musique-évolution à travers de
l'Alap (improvisation).
- Modul 4, de 5 jours Août 2020 :
26 mer-27 gio-28 ven-29 sab-30 dim août
(Comment composer des chansons, comment
trouver la note individuelle, la haute
technologie vibratoire & energetique entre
deux individus et les ragas des
12 qualités Divines (les 12 perles du
chakra coronal ou les 12 étoiles de la vierge Marie).
Cliquez ci-dessous pour
plus d'informations
Harmonium
I tre punti:
ombelico, cuore, pineale
Il Nada Yoga è una esperienza profonda.
Ti porta via, ti scaraventa dentro. Il Suono e l’Energia e la Luce sono una espressione della Nostra Vera Natura.
Una linea di un poeta, o una linea di una canzone puo’ portarti via il respiro. Puo’ farti piangere o fermare la tua mente.
Puo’ cambiare il tuo stato emotivo ed elevarti.
Il Divino è Amore, Incondizionato, Puro, Vasto...Là non vi è legame, ma solo Amore ed Amore ed Amore...per sempre libero....
Vi è un bisogno dentro, in profondità, un bisogno di tornare a Casa, di essere libero, libero da qualsiasi cosa e di bagnarsi nella Gioia e nella Dolcezza Intima.
Per me Suono ed Energia (Cio’ che chiamano qui in India Saraswati e Shakty), sono stati uno strumento per andare dentro e trovare Quella Presenza ove vi é solo Dolcezza e Amore.
Sono molto grato ai miei amati Maestri che mi hanno insegnato la devozione ed il servizio, poichè invero, la qualità piu’ profonda di Quella Beata Presenza all’interno è la Gratitudine, la Devozione, la dolce Compassione.
Qual’è la qualità innata del fuoco? Non è forse la luce ed il calore? E qual’è la qualità innata dell’acqua? Non è forse la freschezza e la plasticità?
Per me, cio’ che sperimento all’interno è Amore, Amore ed Amore.
Signore, appartengo a Te.
Ho assunto la mia croce e cerco di camminare nelle Tue impronte. Sono qui per Te e per i Tuoi bambini...
Mi è stato chiesto di spendere alcune parole circa il Nada yoga. Per me, in tutti questi anni di canto....Non posso dire molto...
Posso solo dire che il Nada Yoga è stato uno strumento fantastico per andare all’interno e trovare cio’ che è gia’ li’, ...li’ ad attendere il nostro bisogno di camminare nella Pienezza. Questa vita è benedetta, ed anche tu che leggi sei benedetto.
Non sottovalutare queste poche righe.
Potrebbe sembrare che tu sia il corpo che stai usando, ma non è cosi’, un giorno o l’altro lo abbandonerai. Non sei fatto solo di carne e di ossa, hai anche “Qualcosa d’Altro” dentro di te. Ma come farai per scoprirlo? Hai bisogno di uno strumento, non è cosi’?
L’India, cosi’ come il Tibet e l’Egitto ha una tradizione esoterica di metodi per sprofondare all’interno. Qui in India li chiamano “yoga” (unione dell’anima individuale con il Supremo) oppure “Tantra” (metodi, vi sono 64 tantras nella tradizione per l’appunto).
Ma la nostra tradizione ha perso questo tipo di approccio. Per questa ragione ho speso cosi’ tanto tempo in India, Nepal, Shri Lanka e altri luoghi anche. Ho speso meta’ della mia vita viaggiando per questa causa.
Sono davvero grato e mi ritengo estremamente fortunato....
Il Nada Yoga è una esperienza profonda.
Ti porta via, ti scaraventa dentro. Il Suono e l’Energia e la Luce sono una espressione della Nostra Vera Natura.
Una linea di un poeta, o una linea di una canzone puo’ portarti via il respiro. Puo’ farti piangere o fermare la tua mente.
Puo’ cambiare il tuo stato emotivo ed elevarti.
Il Divino è Amore, Incondizionato, Puro, Vasto...Là non vi è legame, ma solo Amore ed Amore ed Amore...per sempre libero....
Vi è un bisogno dentro, in profondità, un bisogno di tornare a Casa, di essere libero, libero da qualsiasi cosa e di bagnarsi nella Gioia e nella Dolcezza Intima.
Per me Suono ed Energia (Cio’ che chiamano qui in India Saraswati e Shakty), sono stati uno strumento per andare dentro e trovare Quella Presenza ove vi é solo Dolcezza e Amore.
Sono molto grato ai miei amati Maestri che mi hanno insegnato la devozione ed il servizio, poichè invero, la qualità piu’ profonda di Quella Beata Presenza all’interno è la Gratitudine, la Devozione, la dolce Compassione.
Qual’è la qualità innata del fuoco? Non è forse la luce ed il calore? E qual’è la qualità innata dell’acqua? Non è forse la freschezza e la plasticità?
Per me, cio’ che sperimento all’interno è Amore, Amore ed Amore.
Signore, appartengo a Te.
Ho assunto la mia croce e cerco di camminare nelle Tue impronte. Sono qui per Te e per i Tuoi bambini...
Mi è stato chiesto di spendere alcune parole circa il Nada yoga. Per me, in tutti questi anni di canto....Non posso dire molto...
Posso solo dire che il Nada Yoga è stato uno strumento fantastico per andare all’interno e trovare cio’ che è gia’ li’, ...li’ ad attendere il nostro bisogno di camminare nella Pienezza. Questa vita è benedetta, ed anche tu che leggi sei benedetto.
Non sottovalutare queste poche righe.
Potrebbe sembrare che tu sia il corpo che stai usando, ma non è cosi’, un giorno o l’altro lo abbandonerai. Non sei fatto solo di carne e di ossa, hai anche “Qualcosa d’Altro” dentro di te. Ma come farai per scoprirlo? Hai bisogno di uno strumento, non è cosi’?
L’India, cosi’ come il Tibet e l’Egitto ha una tradizione esoterica di metodi per sprofondare all’interno. Qui in India li chiamano “yoga” (unione dell’anima individuale con il Supremo) oppure “Tantra” (metodi, vi sono 64 tantras nella tradizione per l’appunto).
Ma la nostra tradizione ha perso questo tipo di approccio. Per questa ragione ho speso cosi’ tanto tempo in India, Nepal, Shri Lanka e altri luoghi anche. Ho speso meta’ della mia vita viaggiando per questa causa.
Sono davvero grato e mi ritengo estremamente fortunato....
Saraswati Devi
Mahasaraswati è la potenza di lavoro della Madre, il suo spirito di perfezione e di ordine. La più giovane delle quattro, è la più esperta in capacità di esecuzione e la più vicina alla natura fisica. Se Maheshwari traccia le grandi linee delle forze mondiali, Mahakali ne mette in funzione le energie e gli impulsi, e Mahalakshmi rivela i loro ritmi e le loro misure, Mahasaraswati presiede al dettaglio della loro organizzazione e della loro esecuzione, alla relazione delle parti tra loro, alla combinazione efficace delle forze ed all'esattezza infallibile del risultato e del compimento. La scienza, l'arte e la tecnica sono della competenza di Mahasaraswati. Essa contiene nella sua natura e può sempre dare ai prescelti, la conoscenza intima e precisa, l'acutezza, la pazienza, l'esattezza dello spirito intuitivo e della mano cosciente, e lo sguardo penetrante del lavoratore perfetto. Questa Potenza è la costruttrice vigorosa, instancabile, accurata ed efficace, l'organizzatrice, l'amministratrice, la tecnica, l'artigiana e la classificatrice dei mondi. Quando intraprende la trasformazione e la ricostruzione della natura, la sua azione è laboriosa e minuziosa e, spesso, sembra lenta ed interminabile alla nostra impazienza; ma Essa è persistente, integrale e senza difetto. Giacché la sua volontà nel lavoro è scrupolosa, vigilante ed instancabile ; inclinandosi su di noi, vede e tocca ogni dettaglio, scopre ogni infimo difetto, ogni lacuna, ogni perversione od imperfezione, considera e pesa esattamente tutto ciò che è stato fatto e tutto ciò che resta ancora da fare. Nulla è in apparenza troppo triviale per la sua attenzione ; nulla può sfuggirle, per quanto impalpabile, mascherato o nascosto esso sia. Formando e riformando, elabora ogni elemento sino a portarlo alla forma veritiera, messo al proprio posto nell'insieme affinché compia il suo scopo preciso. Nella sua costante e diligente organizzazione delle cose, il suo sguardo è contemporaneamente su tutti i bisogni e sulla maniera di far fronte ad essi, la sua intuizione sa ciò che deve essere scelto e ciò che deve essere respinto, e determina con successo lo strumento adatto, il tempo adatto, le condizioni adatte e l'operazione adatta. Ha in orrore l'indifferenza, la negligenza e la pigrizia, il lavoro fatto in fretta, inconsiderato ed equivoco, l'inettitudine, il "presso a poco", il fallimento, l'adattamento falso, il cattivo impiego degli strumenti e delle facoltà ; ed il lasciare un lavoro non eseguito o eseguito a metà è penoso ed estraneo alla sua natura. Quando il suo lavoro è terminato, nulla è stato dimenticato, mal postò, omesso o lasciato in condizioni difettose, tutto è solido, preciso, completo, ammirevole. Nulla che sia meno di una perfetta perfezione può soddisfarla, ed è pronta ad affrontare un' eternità di fatica, se fosse necessario alla pienezza della sua creazione. Per ciò, tra tutti i poteri della Madre, Mahasaraswati è la più longanime con l'uomo e le sue innumerevoli imperfezioni. Dolce, sorridente, vicina e soccorrevole, non si allontana né si scoraggia facilmente, persiste persino dopo l'insuccesso ripetuto, la sua mano sostiene ciascuno dei nostri passi a condizione che siano retti, sinceri o che non abbiano che una volontà, poiché essa non tollera alcuna duplicità, e la sua ironia rivelatrice è inesorabile per il dramma, la commedia, l'illusione e la pretesa. Una madre per i nostri bisogni, un'amica nelle nostre difficoltà, un consigliere ed un mentore costante e tranquillo, che dissipa col suo splendente sorriso le nubi di tristezza, di cattivo umore e di depressione, rammentando senza posa l'aiuto sempre presente, additando l'eterna chiarezza del sole, ferma, calma e perseverante nello slancio profondo e continuo che ci spinge verso l'integralità della natura superiore. Tutto il lavoro degli altri poteri dipende da Lei per la sua perfezione, assicurandone essa la base materiale, elaborandone i dettagli, erigendo e ribadendo l'armatura della costruzione.
CAPITOLO 2 : “TRE PUNTI” (estratto dal Libro sul Nada Yoga di Stefano Manfrin
ed. La Cicala)
La tecnica del Nada yoga vuole che lo studente inizi a focalizzare l’attenzione su tre punti fondamentali del corpo:
1) Il primo punto è l’ombelico, il livello della mente che lo studente userà per sperimentare le vibrazioni su questo punto, è quello della mente inconscia, cioè attraverso il tatto, le sensazioni fisiche. All’inizio ci si sensibilizza su cos’è il tatto, ed è richiesto di strofinare tra di loro le mani e di cercare di percepire il cambiamento che avviene a livello epidermico… ad esempio si potrebbe sentire più caldo, più pressione, o una pulsazione, un formicolio, un’espansione, una contrazione, un dolore, un piacere…qualsiasi cosa essa sia, è richiesto di osservarla per come si manifesta. Inoltre si chiede di non usare visualizzazioni, immaginazioni o verbalizzazioni, ma la pura e semplice sensazione fisica del tatto. Una volta compreso che bisogna semplicemente osservare quello che si manifesta nella spontaneità, senza creare alcunché, si dirige l’attenzione sulla punta di un dito per riuscire ad affinare la sensibilità su una zona ristretta. A questo punto lo stesso procedimento sarà seguito nella zona dell’ombelico, si allenta la cintura dei pantaloni in modo da poter stare comodi, si pone la mano a contatto con l’ombelico, poi lo si penetra con un dito. Qui ci si concentra sulle sensazioni, percependo se c’è del caldo o del freddo, del contatto gradevole o sgradevole, se c’è pulsazione, contrazione, espansione, o delle vibrazioni e così via.
Quando la zona inizia a divenire più chiara, è chiesto allo studente di togliere il dito e di sentirla con la coscienza. Noi abbiamo il senso del tatto in tutto il corpo, quindi è possibile risvegliare questa capacità che è ovviamente assopita nella zona dell’ombelico.
In genere, infatti, non tocchiamo degli oggetti con esso, l’ombelico è isolato dal contatto col mondo. Riepilogando, all’inizio si risveglia la sensazione tattile nell’ombelico con una lieve pressione col dito, in seguito prendendone coscienza senza verbalizzazione, visualizzazione, o immaginazione… semplicemente percependo quella zona tattilmente, cosa che avviene a ogni istante comunque ma di cui generalmente non si sa nulla.
Poi si chiede allo studente di respirare all’interno di quest’area in modo da percepire il Prana, l’energia vitale entrare ed uscire dal punto e risvegliarne le memorie più profonde, le sensazioni più sottili, le percezioni meno evidenti.
Poi l’insegnante produrrà un certo suono, (l’inizio dell’ottava tra l’ombelico e la pineale), che in genere a livello ombelicale è un “La”, un suono leggermente basso per i maschi e leggermente alto per le femmine.
Gli uomini canteranno un’ottava sotto e le donne un’ottava sopra. L’insegnante canta la nota suonando l’harmonium e chiede agli studenti di ascoltare il suono non con le orecchie ma con l’ombelico. Questo può sembrare molto strano, ma in realtà è quello che facciamo quando siamo molto rilassati e percepiamo la vita, i colori, i suoni, gli odori, le memorie, i contatti, le situazioni del mondo esterno attraverso il nostro ombelico, oppure lo facciamo quando siamo molto impauriti, infatti, quando abbiamo una memoria di paura è il nostro ombelico che ci governa. È chiesto di ascoltare il suono con l’ombelico e di percepire il contatto tra il suono e l’ombelico. In seguito si mette la mano destra sull’orecchio destro e si capta la nota mormorando una “m” (tecnicamente questo si chiama hamming), producendo un suono come: “mmmmmmmmmmmm”. Captando la frequenza della nota emessa dall’insegnante, si cercherà di percepire che questa “m” cantata assieme all’insegnante in maniera sommessa, vibra simultaneamente sia nella gola sia nell’ombelico. L’attenzione sarà per l’80% al punto nel corpo (ombelico) e per il 20% alla frequenza sonora, al tono che è cantato. In seguito si toglie la mano dall’orecchio ed è chiesto di cantare la m con maggiore forza, all’interno dell’ombelico, in questo modo si inizia a percepire una serie di vibrazioni in quell’area lì. Dopodiché è chiesto di abbandonare la m e di cantare la sacra sillaba OM nell’ombelico, suono che farà vibrare in maniera molto potente il corpo sottile. Con il canto dell’Om si penetra, si buca profondamente l’interno dell’ombelico, per farlo risuonare, aumentando sempre più il volume della voce fino a riempire la stanza di suono. Questo esercizio è eseguito per quattro o cinque minuti, dopodiché lo studente ascolta cosa sta avvenendo. Molti percepiscono in maniera vaga la zona dell’ombelico, sentono delle risonanze nel ventre come la vibrazione che avviene nelle casse dello stereo quando il volume è alto; oppure sentono vibrare qualcosa nella zona del basso ventre, nella zona lombare o nelle gambe o nei piedi. Questa vibrazione è l’espressione della mente più inconscia quella del Buddha che diceva essere la mente più profonda cui siamo incatenati, la mente che è percepita attraverso le Vedana cioè le sensazioni fisiche.
Per circa tre minuti lo studente rimane sdraiato in assoluta immobilità con gli occhi chiusi, osservando attentamente senza fare nulla, per consentire all’energia di depositarsi correttamente. Quest’ultimo è un aspetto molto importante delle pratiche energetiche che purtroppo molte volte è trascurato. L’energia ha dei tempi precisi per riuscire a depositarsi. Quindi viene chiesto allo studente di abbandonare l’esperienza, di non razionalizzarla, di non classificarla, in modo che l’esperienza rimanga semplicemente tale. Proprio come quando in auto osserviamo i paesaggi, le persone, i colori, i suoni …lungo il percorso in autostrada da Milano a Parma, ne prendiamo coscienza ma proseguiamo nel nostro percorso senza fermarci. Un domani quando ripassiamo in quell’area, potremo ricordarci: “Ah questa è l’area dell’autostrada vicino a Parma, dove la gente parla in quel modo, mangia così e percepisce in quel modo là…etc.etc.”.
2) Il secondo punto che interessa il Nada Yoga, è chiamato “il cuore” seppur non corrisponda al cuore fisico.
Bisogna concentrarsi nel centro del petto, all’altezza di una linea immaginaria che va da un capezzolo all’altro, e circa due o tre cm all’interno dietro allo sterno. Questo punto è facilmente percepibile dagli uomini mentre è un po’ più difficile per le donne, perché ovviamente dipende dal volume del seno. Quindi per le donne si userà un’altra tecnica che è quella di trovare l’inizio dello sterno per poi salire 2 o 3 cm e da quel punto e andare all’interno per 2 o3 cm.
Il punto del cuore è quello dove si sente la gioia quando si è innamorati, quando una mamma vede il proprio bimbo…lo vede, lo sente, gli parla, lo ascolta da questo punto, perché l’Amore si manifesta in questo punto…è l’Amore che dà la forza della Gioia. Quando invece abbiamo una relazione che non va più e sentiamo il nostro cuore che si è spezzato, il dolore lo sentiamo a questo livello.
Anche qui viene rifatto tutto l’esercizio della percezione della specifica zona del corpo. Con una mano si palpa e si sente la sensazione fisica. Vi è la percezione del luogo attraverso la coscienza, seguita dalla respirazione sulla zona per aprire la percezione pranica in quest’area, dopodiché l’ascolto del suono emesso dall’insegnante che sarà molto diverso in questo punto rispetto a quello dell’ombelico. Se abbiamo cantato un La all’ombelico, andremo una quinta sopra nella zona del “cuore” e canteremo un Mi. C’è sempre una distanza di una quinta tra l’ombelico e il cuore. Dopo vi sarà l’ascolto che verrà fatto per l’80% attraverso l’attenzione sulla specifica area fisica (cuore) e 20% attraverso l’udito, quindi si cerca mettendo la mano destra sull’orecchio destro il suono attraverso lo hamming, poi si deposita la nota nel luogo, poi si abbandona la mano destra rilassandola e si canta infine la sacra sillaba “Om”. Tutti questi passaggi vengono ripetuti quindi anche qui sul secondo punto che abbiamo denominato il “cuore”, fino a quando verrà chiesto di cantare con un volume di voce crescente in maniera tale da riempire la stanza di suoni. Questo esercizio è eseguito per quattro o cinque minuti. In genere in questo punto gli allievi percepiscono una grande armonia, una gioia, e mentre altri se le memorie psichiche di sofferenza sono molto intense, un grande senso di soffocamento, di dispiacere… Segue il rilassamento da sdraiati per circa 180 sec o anche 240 sec per 3/4 min. A questo punto in genere viene fatta una pausa e si discute con gli allievi chiedendo loro se hanno fatto gli esercizi in maniera corretta, se hanno trovato la zona corporea indicata, se tra i due uno è più chiaro dell’altro, cosa hanno provato. A questo punto è come se dall’autostrada da Milano a Parma siamo scesi fino a Bologna…dove i paesaggi, le persone, le costruzioni sono diverse, i dialetti ed i cibi sono diversi, il tempo viene gestito diversamente, quindi, quando siamo al cuore siamo decisamente in un luogo psichico diverso di noi stessi e quindi la nostra maniera di essere, di pensare, di provare cambia decisamente…è come se noi all’ombelico fossimo una certa persona e al cuore fossimo un’altra persona, quindi come se avessimo zone diverse di noi stessi, frequenze diverse di noi stessi, personalità differenti in base alla zona dove cantiamo.
3) Il terzo punto verrà chiamato “ghiandola pineale”, purtroppo trovare questo punto è molto complesso, bisogna osservare attentamente il disegno della didascalia numero 1 e si vedranno due linee una orizzontale che dal centro delle sopracciglia si dirige leggermente in obliquo verso il retro della testa in un punto chiamato alta Major che si trova sotto una specie di pallina percepibile al tatto, e la linea verticale che va da sotto il mento seguendo la linea della lingua verso la fontanella. Dove queste due linee immaginarie si incrociano quello è il punto della pineale. Anche su questo punto viene ripetuta la stessa sequenza dell’ombelico e del cuore.
E’ un punto nettamente mistico, infatti, alcune persone quando lo trovano, percepiscono tre differenti tipi di manifestazione: la prima è un senso di sospensione, d’isolamento come una goccia di olio nell’acqua che rimane isolata, sospesa, e di colpo ci si sente isolati, distanti, sospesi da ogni cosa.
Il secondo tipo di percezione che si ha è la visione di Luci, e il terzo tipo è una sensazione di assoluta calma.
Quindi quando si hanno una o due o addirittura tutte e tre queste manifestazioni si è certi di aver trovato il punto chiamato “pineale”. Su di esso si canterà un La di una ottava superiore, e quindi sarà molto alto per le donne e un po’ più comodo per gli uomini. Anche qui si canterà per quattro o cinque min, molti avranno tosse o irritazione nella gola perché è una nota alta.
Poi si chiederà agli studenti di sdraiarsi per almeno cinque min. perché l’energia prodotta in questo punto è molto forte.